TODAY IN HISTORY: On January 24, 1986, NASA’s Voyager 2 space probe made its closest approach to planet Uranus.
celestial bodies
Christianus Prolianus, Astronomia, Naples 1478
Manchester, John Rylands University Library, Latin MS 53, fol. 58v
The first photo of the surface of Mars, captured by NASA’s Viking 1 lander on July 20, 1976.
Ricostruzione 3D dalla superficie del pianeta Trappist-1D. Gli altri sei pianeti sono vicini e tutti ben visibili all'orizzonte. https://m.youtube.com/watch?v=o2MgG6KhO1E&version=3&rel=0&autoplay=1
What a man. John Glenn ❤
Anni 60. Sembrava una corsa inarrestabile quella verso lo spazio.
Il programma Apollo realizzò il sogno americano di portare l'uomo sulla luna prima dei sovietici, dopo le sconfitte subite da questi ultimi, prima nel ‘57 con il primo satellite Sputnik fino al ‘61 con il primo viaggio spaziale di Yuri Gagarin. Un sogno durato 3 anni, 6 missioni e 12 astronauti. Una promessa mantenuta, quella del presidente John F. Kennedy, che prevedeva la conquista del satellite terrestre entro la fine di quel decennio.
Le tecnologie aerospaziali sono migliorate esponenzialmente da quei tempi, allora perchè non si torna più sulla luna?
Parte della popolazione crede che, in realtà, nessun uomo ci sia mai stato, un'ipotesi diffusa anche sul grande schermo, da un film del '78 di Peter Hyams, Capricorn One, che racconta di una falsa missione su Marte organizzata dalla Nasa per non vedersi cancellati i finanziamenti del governo, e da un popolare libro del fotografo francese Philippe Lheureux, pubblicato nel 2001, dal titolo Lumières sur la Lune. Idee che sono state smentite più volte, grazie anche alle sonde come la Lunar Reconnaissance Orbiter che ha recentemente inviato foto che mostrano i resti dei moduli di atterraggio, le strumentazioni e i percorsi effettuati dagli astronauti.
(Ebbene sì, ci sono ancora le impronte! Niente atmosfera = niente vento)
Il problema principale è di natura economica: i fondi destinati alla NASA sono diminuiti, di conseguenza bisogna saperli gestire bene, specialmente se si hanno necessità esplorative e di sperimentazioni, con nuove missioni, tra cui quella di portare un uomo su un asteroide entro il 2025 e la conquista di Marte entro il 2030. Il programma Apollo costò circa 24 miliardi di dollari del tempo, vi lavorarono oltre 400.000 persone. Per ogni missione vi era un solo lancio del Saturn V, mentre oggi servirebbero due lanci SLS, uno per il lander ed uno per l’Orion, a distanza di sei mesi l’uno dall’altro, entrambi dotati di uno stadio propulsivo criogenico (CPS); quest’ultimo serve per portare i moduli dall’orbita terrestre (LEO) a quella lunare (LLO). Come in passato, il lander sarebbe diviso in una parte inferiore (modulo di discesa) ed una superiore (modulo di risalita); quest’ultima ospiterebbe tutto l’equipaggiamento, le forniture ed i consumabili per l’equipaggio, nonchè sportelli adatti al passaggio delle tute “block 2 EVA Deep Space Suit”. Al termine del soggiorno lunare, l’equipaggio ripartirebbe verso l’Orion, che ha sufficiente delta-V per ricongiungersi al modulo di risalita in qualsiasi momento, anche se un rientro non nominale potrebbe imporre una permanenza in orbita lunare in attesa di una finestra favorevole alla traiettoria di rientro verso la Terra. Ad ogni modo, il costo del veicolo di discesa sarebbe, da solo, di svariati miliardi di dollari, da sommare agli svariati miliardi per i lanci SLS e tutto il resto, rendendo una missione lunare assai poco probabile.
Oltre al fattore economico, le agenzie spaziali cercano di preservare le preziosissime risorse umane che hanno. Una missione lunare, anche se potrebbe sembrare molto più semplice rispetto ad una marziana, ha comunque le sue insidie. Insidie che negli anni ‘60, anche se le strumentazioni non lo permettevano quanto oggi, venivano superate con un entusiasmo da “prima volta”, nonostante i vari incidenti di percorso - vedi quello del ‘67, verificatosi durante un addestramento terrestre, nel quale persero la vita i tre astronauti destinati alle prime missioni lunari, rimandate poi alla fine del ‘68, o quello sfiorato con l’Apollo 13 nel ‘70.
L’ultima speranza di rivedere un uomo sulla luna si potrebbe avere dal fronte russo: si vocifera che, dal 2024, la Russia sospenderà i finanziamenti per la stazione spaziale ISS, e che tra il 2029 e il 2030 verrà finalmente realizzato il sogno di qualche cosmonauta di passeggiare su un corpo celeste!
happy 127 bday Mr. Hubble 💕🔭
On the occasion of astronomer Edwin Hubble’s birthday, let’s take a look at his stock in trade – galaxies. It was through his observations of these celestial wonders that Hubble changed our perception of the universe. This excerpt from NASA’s bio will give you the gist (and please note that all these galactic images are, of course, captured by the Hubble Space Telescope):
“Most astronomers of Hubble’s day thought that all of the universe — the planets, the stars seen with the naked eye and with powerful telescopes, and fuzzy objects called nebulae — was contained within the Milky Way galaxy. Our galaxy, it was thought, was synonymous with the universe.
In 1923 Hubble trained the Hooker telescope on a hazy patch of sky called the Andromeda Nebula. He found that it contained stars just like the ones in our galaxy, only dimmer. One star he saw was a Cepheid variable, a type of star with a known, varying brightness that can be used to measure distances. From this Hubble deduced that the Andromeda Nebula was not a nearby star cluster but rather an entire other galaxy, now called the Andromeda galaxy.
In the following years he made similar discoveries with other nebulae. By the end of the 1920s, most astronomers were convinced that our Milky Way galaxy was but one of millions in the universe. This was a shift in thought as profound as understanding the world was round and that it revolved around the sun.
Hubble then went one step further. By the end of that decade he had discovered enough galaxies to compare to each other. He created a system for classifying galaxies into ellipticals, spirals and barred spirals — a system called the Hubble tuning fork diagram, used today in an evolved form.
But the most astonishing discovery Hubble made resulted from his study of the spectra of 46 galaxies, and in particular of the Doppler velocities of those galaxies relative to our own Milky Way galaxy. What Hubble found was that the farther apart galaxies are from each other, the faster they move away from each other. Based on this observation, Hubble concluded that the universe expands uniformly. Several scientists had also posed this theory based on Einstein’s General Relativity, but Hubble’s data, published in 1929, helped convince the scientific community.”
You can click photos to identify the galaxies.
(Text: NASA/Images: HubbleSite)
Oggi 4 ottobre 2017, l'esplorazione spaziale celebra i suoi 60esimo anniversario con il lancio dello Sputnik1, il primo satellite artificiale. L'Unione Sovietica, nel 1957, non lanciò semplicemente un razzo ma una vera e propria sfida mondiale alla rivale U.S.A., dando inizio alla "Space Race", ovvero la corsa allo spazio. Quando ci viene raccontato dei primi lanci, non vengono mai citati i nove secoli di preparazione a questi eventi (sembra quasi che i Russi si siano svegliati un giorno e abbiano provato a lanciare qualcosa con successo!). Per capire quanto fosse enorme la necessità di andare oltre ogni confine, dobbiamo fare un salto indietro di qualche centinaio di anni! Possiamo ad esempio partire dall'XI secolo in Cina, dove una combinazione di zolfo, carbone e nitrato di potassio formano la polvere da sparo, il primo vero combustibile per i primi razzi bellici. Circa 500 anni dopo, in India, vengono migliorati i materiali di costruzione dei razzi, che saranno rivestiti di ferro, per una migliore stabilità. Nel marzo del 1926, Robert Goddard, considerato il pioniere della missilistica moderni, lancia il primo razzo alimentato con combustibile liquido, e tre anni dopo, nel luglio del 1929, lanciò un razzo attrezzato con i primi strumenti "scientifici", un barometro e una camera. Negli anni '40, verso la fine della seconda guerra mondiale, furono testati dalla Germania i primi missili balistici V-2, mentre l'America superò la barriera del suono con il Bell X-1. Queste sono solo due delle diverse sperimentazioni di successo di quegli anni, che portarono alla "corsa allo spazio" che raggiunse il suo apice con il successo dell'Apollo 11, che portò l'uomo sulla luna. Sessant'anni di trionfi, tragedie, investimenti e scoperte grazie ai quali, nel prossimo decennio, potremmo spingerci fisicamente su un altro pianeta!
Apollo 11 astronauts Neil Armstrong and Buzz Aldrin on the Moon, illustrated in the Houston Post, July 21, 1969.
November 5, 2007 – The Space Shuttle Discovery floats high above our lovely Earth, observed from the International Space Station.
(NASA)