E sono 10 anni da quando non ci sei più.
Il ricordo troppo nitido di quella giornata che ha cambiato la mia vita. Al tempo ero ancora troppo piccola per comprendere che non saresti più tornato, che di te mi sarebbero rimasti solo i ricordi.
Odio il 23 ottobre perché prevalgono le lacrime e l'angoscia, Dio solo sa quanta amarezza proviamo noi tifosi.
Odio il 23 ottobre perché ha distrutto i cuori di tutti, di papà Paolo, di mamma Rossella, di Martina, di Kate, di Vale, di Fausto, di tutte quelle persone che gli sono sempre state accanto, di quei milioni di tifosi che erano davanti alla televisione in quel preciso istante.
Odio il 23 ottobre perché ogni volta che penso a te, quelle immagini si riproducono in loop.
Odio il 23 ottobre perché in quel giorno una parte di me si è persa.
Odio il 23 ottobre perché non potrò mai più sentire la tua voce, la tua risata, il tuo essere come sei, il tuo non cambiare in base all'interlocutore, il tuo amore verso tutti noi, non potrò più vedere i tuoi riccioli, il tuo sorriso.
Odio me stessa, per non essermi goduta Marco in ogni singolo istante della sua carriera.
È proprio vero che chi muore rimane nei cuori di chi resta, SuperSic ne è la prova. Rivedo Marco negli occhi della gente, nei 58 che portano fieri, nel chi si fa i tatuaggi in suo onore, nel chi porta i fiori a Coriano, nel chi visita il suo museo, nel chi parla ancora a papà Paolo affermando la sua importanza.
Diobò se manchi SuperPippo❤
Non sono mai stata una fan di Jorge. Certo l'ho ammirato per la sua bravura, per tutto quello che ha fatto, ma c'è sempre stato qualcosa che mi ha bloccato dal considerarlo un idolo. Dopo il 2015 le cose sono cambiate e anche lui.
Jorge Lorenzo, colui che ha oltrepassato le tempeste, colui ha tenuto duro sempre, oggi ha deciso di porre fine alla sua carriera. Purtroppo la vita è così, si vede che questo era il suo destino e che questa storia bellissima doveva finire. Un pezzo della storia del motociclismo ci ha lasciato. Se ne va colui che purtroppo abbiamo considerato come l'antipatico. Se ne va il maestro del motociclismo. Se ne va la bega di questo bellissimo sport. Se ne va un campione, che poteva fare ancora molto nella sua carriera.
Un pezzo della storia del motociclismo è finito.
Grazie Jorge❤
Come passa veloce il tempo.
Sono già 5 anni che non ci sei più Jules.
5 anni che dentro di me sento un vuoto intenso, incolmabile ormai.
5 anni di sofferenze per tutti.
5 anni che mi manca il tuo sorriso, la tua presenza.
5 anni che probabilmente sarebbero stati diversi con te in questo mondo.
5 anni che alla domenica ti immagino gareggiare sulla Ferrari.
Ma tutto questo non sarà mai possibile, te ne sei andato via troppo presto.
Ti ricorderò sempre con il sorriso Jules.
Ci manchi tantissimo qui❤
"I will do all I can to become a world champion one day. And if I can't, I will have no regrets" - Jules Bianchi
5 ottobre 2014
Sembrava una domenica come tante, sveglia presto per vedere la gara di Formula1 a Singapore.
Piove. La gara parte dietro la Safety Car, dopo condizioni improponibili la gara si ferma.
Dopo una lunga attesa si riparte.
La giornata si avvia verso la fine, le condizioni cambiano dall'inizio. Sono passate molte ore dalla partenza, la luce scarseggia, c'è poca visibilità a causa della pioggia.
43° giro
Adrian Sutil termina la gara sulla ghiaia. In pista ci sono solo le bandiere gialle, niente Safety Car.
L'unica cosa che si vede è una gru. Entra in pista per rimuovere la Sauber di Sutil.
I minuti passano, le condizioni sono sempre peggiori, ma la Race Direction vuole continuare. La gara non si ferma un'altra volta.
44° giro
Jules Bianchi perde il controllo della sua Marussia alla curva Dunlop, la stessa dove si trovava la gru. L'impatto è fortissimo. Jules viene trasportato in elicottero nell'ospedale più vicino.
Continuavo a ripetermi che ce l'avrebbe fatta, che non sarebbe morto così. Purtroppo non ce l'ha fatta, Jules morirà 9 mesi dopo. 9 mesi intensi in cui ho sperato ogni giorno che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe tornato in Formula 1, che sarebbe arrivato a quel posto che gli spetta. A quel sedile di quella Ferrari, da lui tanto sognata.
5 ottobre 2014, perdiamo una futura stella della Formula 1. Perdiamo un ragazzo unico nel suo genere, un figlio, un fratello, un amico, un mentore, una guida. Perdiamo un pezzo di Formula 1. Sei rimasto qui per troppo poco tempo. Se ne andato un ragazzo che stava inseguendo il suo sogno. Un ragazzo troppo giovane per morire così.
Gli angeli hanno accolto un loro nuovo fratello in cielo.
Non ti dimenticheremo Jules, ovunque tu sia.
Ciao Jules❤
Il Paradiso aveva bisogno dell'angelo perfetto.
È già passato un anno, ma il dolore c'è ancora. Non se nè andato.
Mi manchi Anthoine❤
Mai mi sarei aspettata una notizia del genere, non me ne capacito. C'è ancora quella parte razionale di me, che non ha compreso che tu non sei più qui.
Perché è difficile comprendere che da oggi non ti potremo più vedere, non ti potremo più osservare nel paddock, non ti ascolteremo più nelle interviste, non sentiremo più la tua risata, non vedremo più gli abbracci con i tuoi piloti, non ti rivedremo più nei festeggiamenti sotto il podio. Però sono sicura che ti vedremo nella luce di ogni giorno, nelle nuvole di una giornata cupa e alla fine ci basterà alzare uno sguardo verso l'alto per capire che ci sei, solo che sei in un posto migliore.
Sei tornato da Marco e da Daijiro, i ragazzi che hai cresciuto con tanto amore.
Ovunque tu sia ora Fausto, sappi che ti abbiamo voluto bene e che te ne vorremo sempre.
Proteggi i ragazzi da lassù.
Riposa in pace angelo..
20 gennaio 1987
Marco nasce a Cattolica, ma cresce con mamma Rossella e papà Paolo a Coriano.
All'età di 4 anni riceve la sua prima moto, una Suzuki Minicross 50, inutile raccontare quanto era felice.
Alla tenera età di 7 anni comincia a correre con le minimoto. Mamma Rossella non era d'accordo, non voleva vedere suo figlio correre in una minimoto. A un certo punto però Marco dimostrò alla madre quanto amava correre sulle moto e andare sempre più forte. Instaura un rapporto di amicizia con Mattia Pasini, compagno di vita con cui continuerà a correre nel motomondiale.
A 12 anni vince il campionato davanti ad Andrea Dovizioso, con cui instaurerà un rapporto di amore-odio reciproco.
Marco ha 14 anni ormai e comincia a correre al campionato europeo per minimoto e arriva secondo.
A 15 anni inizia il Liceo e così comincia una nuova vita dal punto di vista motociclistico.
Nel 2002 si laurea campione europeo nel CEV con una 125. L'Aprilia offre la possibilità di fare 3 apparizioni nel motomondiale, tre gare concluse a punti.
Il 2008 è "l'anno di Marco" dove si gioca tutto. La stagione comincia con due 0 in Qatar e in Spagna. Solo dopo la gara in Portogallo c'è una svolta per il Sic. Con sei vittorie e altrettanti podi SuperPippo vince il titolo della 250.
< T'AN VINT EL MUNDIEL CALLAGHAN >
Nel 2009 decide di restare in 250 per bissare il titolo dell'anno passato. Purtroppo ad un allenamento alla Cava si frattura lo scafoide. Marco salta il Gp del Qatar. Raggiunge il terzo posto in classifica finale con 6 vittorie e 12 podi.
Nel 2010 passa in Motogp con il Team Gresini. Ritornano le battaglie con Dovizioso per il podio.
Nel 2011 ci sono alti e bassi. Dopo alcuni incidenti gli arrivano minacce di morte, ma lui è così forte che continua il campionato a testa alta.
La stagione continua, al penultimo appuntamento il Sic si classifica in seconda fila. Al primo giro si porta in 4^ posizione seguito da Bautista. Al secondo giro però Marco perde l'equilibrio alla curva 11...
Sembra una caduta sciocca, invece non è così. Marco viene travolto da Valentino Rossi e Colin Edwards. Guido Meda e Loris Reggiani commentano molto spaventati, nulla di buono passa alla loro telecronaca.
10.56
Paolo Beltramo annuncia la morte del suo grande amico. È il 23 ottobre e nessuno dimenticherà questo momento.
Marco si spegne fisicamente, ma rimane nel cuore di tutti gli appassionati dei motori. Al funerale sono presenti tutti: famiglia, amici, colleghi e fan.
Tutti li per lui.
Lo ricordiamo come voleva lui, sul gradino più alto del podio.
Anche se lui non è qui, spesso Marco c'è: quando parliamo di lui, quando immaginiamo come fosse stato il motociclismo con lui, cosa sarebbe Marquez adesso, se e quanto avrebbe vinto...
Perché proprio lui?
Me lo chiedo molte volte. Mi chiedo perché la vita ti ha tolto dalle nostre braccia, è ingiusta questa cosa.
Nonostante i suoi 24 anni, SuperPippo era felice, circondato dall'amore e dall'allegria.
Spero che un giorno il suo ricordo continui a far sorridere la gente. Che dal dolore e dal vuoto possano nascere sorrisi.
Ti volevamo bene, perché eri così.
Oggi sono 33 anni di te e purtroppo non sei qui.
Sei speciale Marco❤
Grazie SuperSic🥰
"Per essere forti e essere vincenti, bisogna arrivare a prendere la bandiere a schiaffi"
252 giorni sono passati dalla prima gara di Moto3 dell'anno.
La prima gara della stagione conclusa al quinto posto, grande risultato per un rookie.
Hai continuato l'anno fra alti e bassi, anche se fra queste due direi di più alti.
Hai fatto emozionare tutta l'Italia con la tua bravura e la tua voglia di vincere.
Neanche dopo il gp della Malesia hai mollato, quel maledetto quinto posto che doveva essere primo in realtà. Ti sei rialzato e non hai gettato la spugna.
Che dire...
Oggi siamo qui per festeggiare un risultato importante. Chiudiamo il campionato al sesto posto con 135 punti e tanta voglia di crescere. L'obbiettivo di quest'anno l'abbiamo raggiunto, sei il Rookie of the year della Moto3💕
Ti auguro di migliorare, di rialzarti dopo le cadute, di non mollare e di continuare sempre a testa alta in tutto quello che fai.
Grazie per questa stagione indimenticabile💙
ingiusto
/in·giù·sto/
Risolutamente in contrasto coi principi dell'equità e della giustizia.
Perché ingiusta è stata la fine di Dean Berta Viñales, un ragazzo di 15 anni che ha perso la vita facendo ciò che amava.
Il motociclismo è un'arma a doppio taglio, una carezza a tutti coloro che sognano e si appassionano e un duro colpo quando accadono quei momenti che ti spezzano il cuore.
Condoglianze a tutta la famiglia Viñales, al Viñales racing team, agli amici, al mondo della Superbike e a quello dei motori.
Sarai per sempre ricordato Dean, riposa in pace campione.